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Chi è Carlo Dragonetti, il ragazzo tranese che ha “conquistato” la Cina?

Come nasce il suo successo e l’idea del discorso di laurea che ha affascinato il web

Le sue parole hanno fatto impazzire il web e il suo volto è stato trasmesso da tutte le televisioni italiane e internazionali. Carlo Dragonetti, tranese, dopo aver studiato per quattro anni in Cina, si è laureato all’università di Shanghai, dove ha tenuto un discorso in cinese per la cerimonia di laurea, davanti ad 8000 mila persone. La sua simpatia non è passata inosservata: il suo discorso è diventato virale su tutti i social e in Cina è ormai diventato una star! Carlo ha iniziato il suo discorso salutando i suoi genitori ironicamente: «Per incominciare voglio fare un saluto caloroso ai miei genitori, loro sono venuti fin qui dalla lontana Italia! Per correttezza devo ammettere che loro non parlano una sola parola di cinese quindi non so neanche io perché sono venuti da così lontano per ascoltare il mio discorso! Comunque, ho già detto loro di applaudire e sorridere quando tutti gli altri lo fanno».

E poi ha scherzato sul potere miracoloso dell’acqua calda per i cinesi: «Hai la febbre? Bevi acqua calda! Mal di pancia? Bevi acqua bollente! Sei stressato? Bevi acqua calda! Perbacco, l’acqua cinese fa miracoli». Così ha conquistato la Cina ma lì non è arrivato per caso, la passione per le lingue e per le diverse culture caratterizzano da sempre la sua vita: «Quando ero piccolo, grazie a mia madre ho avuto la possibilità di studiare al liceo linguistico di Andria. Dico grazie a lei perché ha molto influenzato la mia scelta. Ha da subito notato le mie doti linguistiche e in quella scuola potevo creare delle basi solide per il mio futuro. Ancora grazie a mia madre, durante il quarto anno sono partito per l’Austria con Intercultura, questo mi è servito per decidere il mio percorso universitario». Dopo il liceo, Carlo si è trasferito a Milano, dove si è laureato in lingue all’Università Cattolica. Durante il secondo anno universitario, Carlo è stato per la prima volta in Cina, precisamente a Pechino dove ha studiato per sei mesi: «Sono una persona molto pragmatica, volevo recarmi personalmente in Cina per vedere concretamente cosa stavo studiando».

Durante l’ultimo anno universitario, Carlo ha avuto la possibilità di partire per Vancouver, in Canada, dove si trova una delle più grandi comunità cinesi, dopo quella di San Francisco. Lì, grazie ad una borsa di studio del governo cinese della durata di un anno, ha imparato il cinese. E poi il master a Shanghai, grazie al quale è tornato di nuovo in Cina, in un paese lontanissimo e diverso dall’Italia ma Carlo a volte ha avuto la sensazione di essere in Italia: «Paradossalmente la Cina ha degli aspetti che mi hanno fatto sentire a casa. Loro sono casinisti e rumorosi come noi, non seguono le file, una cosa che ci appartiene particolarmente- scherza Carlo-I cinesi ci tengono particolarmente alla famiglia e alle relazioni umane, come noi italiani, questa è una cosa che mi ha segnato molto».

Il suo discorso davanti a tantissimi giovani laureati è stato un forte messaggio di speranza, oggi su TraniViva si rivolge ai giovani così: «Non è importante trasferirsi in un altro paese per inseguire i propri sogni perché ovunque voi andiate nel mondo porterete sempre voi stessi, con le vostre domande e le vostre speranze. Non vi arrendete mai! Siate caparbi e non mollate mai! Seneca diceva che la fortuna non esiste, esiste solo il talento che incontra l’occasione. Tutti abbiamo un talento e io posso assicurarvi che un giorno incontrerete la vostra occasione. Il mio sogno non era quello di diventare famoso sui social quindi anche io sto aspettando che il talento incontri l’occasione, anche se questa esperienza mi sta aprendo molte porte».

E per il suo futuro Carlo ha le idee chiare: «Da grande vorrei diventare un Uomo, ci sono uomini grandi ma pochi grandi uomini. Lavorativamente parlando, a me piace comunicare, farei qualsiasi lavoro che implichi comunicazione e confronto, parlo sei lingue e posso farlo con molte persone. Tutti i sacrifici di questi anni, gli schiaffi e gli sforzi di mia madre mi hanno fatto diventare quello che sono oggi e ora sono molto felice».

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